L'ultimo, malinconico capitolo della monumentale tetralogia che ha ritratto quattro decenni di vita americana. «Con l'esattezza della sua prosa e uno sguardo freddo ma attentissimo, John Updike è un maestro, come Flaubert, nell'incantarci con le parole mentre il suo bisturi espone le vanità dell'esistenza». Joyce Carol Oates