Il naufragio di ostakovi

Il naufragio di ostakovi Giorgio Ferrari


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Il naufragio di ostakovi





La mattina 28 gennaio del 1936 Dmitrij ostakovi che in quel momento si trova ad Archangelsk sfoglia febbrilmente ledizione della Pravda. A pagina 3 cè un editoriale non firmato dal titolo Caos invece di musica. Per la maggior parte dei lettori quel titolo non vuol dire nulla. Per lui invece è una pietra tombale sulla sua carriera di enfant prodige della musica sovietica. Due giorni prima era andata in scena a Mosca al Teatro Boloj una replica dellopera che lo ha reso famoso in tutto il mondo. Si tratta di Una Lady Macbeth del distretto di Mcensk, quattro atti ispirati allomonima novella di Nikolaj Leskov. Allo spettacolo del Boloj sono presenti Molotov, Mikojan e danov, larbitro dellortodossia culturale comunista. Ma soprattutto è presente Stalin, incuriosito da quella musica che tutto il mondo onora. Inaspettatamente, al terzo atto Stalin abbandona il palco. Non era mai accaduto prima. É un naufragio, ma ostakovi lo capirà due giorni più tardi. Leditoriale della Pravda è spietato e nessuno dubita che sia vergato dallo stesso Stalin, che preferisce Mozart e Beethoven alle astruserie della modernità: Fin dalle prime battute il pubblico e assalito da unondata di sonorità volutamente confuse e discordanti, un formalismo che accarezza il gusto morboso del pubblico borghese con una musica inquieta e nevrastenica. Da quel momento il nemico della patria ostakovi attenderà ogni notte davanti alla porta di casa larrivo di una Zil nera per essere tradotto alla Lubjanka e fucilato, come accadrà al suo amico regista Mejerchold e al maresciallo Tuchaevskij, leroe dellArmata Rossa che ha avuto lincauta idea di difenderlo. Per il resto della vita, ostakovi resterà segnato da quellincubo che lo trasforma come egli stesso riconoscerà in una marionetta, un pupazzo di carta appeso a un filo. Ma ostakovi e solo uno dei tanti precipitati nel buio abisso del terrore staliniano. Insieme a milioni di anonimi innocenti in quei terribili anni sparirono nelle purghe di Stalin tante voci illustri, da Osip Mandeltam a Isaak Babel, mentre altri chinavano il capo ridotti al silenzio, come Anna Achmatova, Aleksandr Blok, Vasilij Grossman, Maksim Gorkij, Marina Cvetaeva, Michail Bulgakov, Boris Pasternak, Sergej jzentejn, o venivano costretti allesilio o indotti a un gesto fatale come Vladimir Majakovskij. Questa e la loro storia.

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João gregorio
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