Una civiltà ferita: lIndia

Una civiltà ferita: lIndia V.S. Naipaul


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Una civiltà ferita: lIndia





Il rapporto di Naipaul con la terra lIndia da cui i suoi antenati partirono un secolo fa per Trinidad è sempre stato molto teso, aspro, oscuro: «Per me lIndia è un paese difficile. Le sono al tempo stesso troppo vicino e troppo lontano». Ma proprio questo sentimento di consanguineità e insieme di opposizione sembra aver acuito lo sguardo dello scrittore, conferendogli il dono di una percezione snebbiata di cui molto raramente gli occidentali sono capaci in India. E locchio, in questo libro, segue quasi ossessivamente le tracce e i sintomi di una sola realtà: lantica, non rimarginata ferita che, anche dopo lindipendenza, sembra condannare lIndia a uno stato di cronica inadeguatezza, come per una sottile vendetta storica in qualche modo parallela a quella subita dalla Grecia che colpisce i luoghi in cui prima che altrove il pensiero si è mostrato sovrano. Quanto più si procede nella sinuosa narrazione, tanto più ci si sente spinti verso amare conclusioni. Ma non perché lautore indulga a teorizzazioni o sociologismi: Naipaul parla sempre di ciò che ha visto, di ciò che ha udito, di ciò che ha indagato, e questo dà alla sua pagina una vividezza, un rilievo memorabili. «Una civiltà ferita: lIndia» è stato pubblicato per la prima volta nel 1977.

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João gregorio
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16/05/2021 06:16:12

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