Il ricordo degli anni trascorsi a Torino insieme con un piccolo gruppo di antifascisti, la cultura di «Giustizia e Libertà», l'amicizia con Vittorio Foa, Norberto Bobbio, Leone Ginzburg (che diventerà suo marito), Giulio Einaudi, Carlo Levi, Cesare Pavese si intersecano con le riflessioni sul suo «mestiere di scrivere». Frugando nella memoria la scrittrice racconta con emozione la scoperta della propria vocazione, i primi abbozzi di novelle fino ai romanzi nati da esperienze di vita tragiche e indelebili.
E poi ancora il lavoro editoriale, ricordato con l'amico e editore Giulio Einaudi: le discussioni sui libri, la lettura dei manoscritti e la ricerca di nuovi scrittori, il ruolo fondamentale di Cesare Pavese.
Nel corso delle conversazioni, aiutata dai diversi interlocutori (tra i quali anche alcuni tra i suoi piú cari amici), diventa sempre piú evidente il rapporto necessario, che permea tutta la produzione della Ginzburg, tra scrittura e sentimenti, tra la scrittura e la «nostra condizione terrestre», che la porta a rappresentare la vita senza filtri o dissimulazioni.
Un libro tra memoria, storia, biografia, letteratura, un'incursione nelle concezioni, nelle tensioni piú profonde che animano l'intervistata, e che lei si sforza di spiegare, anche a se stessa. Una sorta di dialogo a piu voci con l'autocoscienza di Natalia Ginzburg, donna e scrittrice.
Ensaios