Questo libro, pubblicato nel 1942, quando Camus non aveva ancora trentanni, intende ripensare la filosofia dellassurdo e si inserisce in una precisa tradizione che da Kafka a Gide, da Kierkegaard a Nietzsche offre una altissima testimonianza della crisi spirituale che caratterizza il Novecento. Il mito di Sisifo si configura come unopera insieme di confessione e di riflessione filosofico-letteraria di un uomo che esce dalla giovinezza e prova a cimentarsi con la filosofia del suo tempo e, incrociando il ferro coi padri dellesistenzialismo, mira a conquistarsi un pensiero originale. Lassurdo è una presa di coscienza preliminare a ogni regola di vita, ma segna solo un momento di passaggio. Il ragionamento rigoroso e un impegno concreto, uniti a una fondamentale esigenza chiarificatrice, sono tesi a dimostrare che anche la desolante dottrina dellesistenzialismo, allora dominante, contiene qualche accenno di speranza.