Il Titanic delle pensioni

Il Titanic delle pensioni Sergio Rizzo


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Il Titanic delle pensioni





Correva il 1992 quando il governo di Giuliano Amato prese atto che il sistema pensionistico rischiava di fare crac. Da allora, invece, ogni governo ha fatto di tutto per mettere a rischio la sostenibilità della previdenza, mentre laumento dei posti di lavoro, lunico vero antidoto, è rimasto pura propaganda elettorale. Il risultato è che già ora i contributi di chi lavora non riescono a coprire lintera spesa. Il numero delle pensioni pagate è ormai pari al numero dei lavoratori attivi. E il buco si allarga sempre di più anche a causa di dinamiche demografiche preoccupanti: in tre anni lItalia ha perso un milione di abitanti, mentre il numero dei morti ha ormai doppiato quello dei nuovi nati. Per non dire della sopravvivenza di assurdi privilegi per alcune categorie protette. A cominciare dai parlamentari e dai consiglieri regionali, ai quali continuiamo a regalare la doppia pensione con i contributi figurativi pagati dalla collettività. E poi i benefici incomprensibili per i militari, i dipendenti della Regione siciliana, i piloti e gli assistenti di volo, le decontribuzioni a pioggia per accontentare tutti. Fino allesercito dei finti disoccupati agricoli e dei falsi invalidi civili. Stime ottimistiche dicono che nel 2046 la voragine delle pensioni arriverà a 200 miliardi. Una somma superiore allintero gettito Irpef. Lo scenario è terribile: se non si interviene in modo serio, fra ventanni i soldi per pagare le pensioni non ci saranno più. La via duscita è una sola e obbligata. Rivoluzionare lintero sistema. E in fretta.

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João gregorio
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15/05/2023 17:40:57

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