Siamo nellepoca del trionfo dellestetica: tutto ciò che vediamo deve essere bello. Eppure viviamo in un mondo privo di opere darte tradizionalmente intese. Il XXI secolo si profila così come unepoca che, attraverso il culto della bellezza, persiste in un paradosso. Il diffuso interesse contemporaneo per lesperienza estetica anche nelle sue forme più popolari (dalla moda al turismo) rivela la radice antropologica dellestetico, che ha nellespressione dellidentità il proprio fattore più rilevante. Ne consegue lesigenza di ampliare la riflessione estetica ben al di là della concezione moderna dellarte, che viene quindi ripercorsa criticamente da Michaud nelle sue essenziali evoluzioni novecentesche. Muovendo da questi rilievi, lindagine serrata di Michaud fornisce spunti di riflessione e risposte che riguardano sia lo stato dellarte dopo il post-moderno sia lesistenza dellessere umano oggi, del cui statuto è sintomo appunto il cambiamento di approccio allarte: se il culto dellopera in sé è morto, quel che ne è la matrice estetica è diventata unatmosfera pervasiva che si presta ad assumere quelle forme ambiguamente tanto alienanti quanto emancipatorie che contrassegnano lattuale era della globalizzazione.