Libertà inutile

Libertà inutile Gianfranco Pasquino


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Libertà inutile





Sopravvissuta agli orrori della seconda guerra mondiale e alla drammatica fine del fascismo, lItalia scelse la repubblica, dando mandato ai padri costituenti di porre le fondamenta di una nuova, solida democrazia. Siamo poi riusciti a costruirla, oppure aveva ragione Norberto Bobbio? Quella Liberazione ottenuta nel sangue e nella lotta ha generato forse una libertà inutile? Quando scelse la repubblica, il popolo italiano, appena uscito dalle rovine di una dittatura e di una guerra mondiale, affidò allAssemblea costituente limpegnativo compito, condiviso da tutti (o quasi), di costruire un paese migliore. Ma la repubblica che ne è uscita è stata allaltezza di quelle speranze? Se lo chiedeva già Norberto Bobbio nel suo fondamentale Profilo ideologico del Novecento italiano, fermandosi però sulle soglie del 1968, e se lo chiede oggi Gianfranco Pasquino, raccogliendo leredità del grande filosofo torinese e provando a impostare nuovamente una riflessione che riesca a cogliere laccidentato percorso della nostra mutevole e inquieta storia repubblicana. A partire dalle fondamenta costituzionali, Pasquino sismografa gli smottamenti culturali, gli umori e i contrasti che, di decennio in decennio, hanno attraversato la nazione e coinvolto i suoi protagonisti. Così ci immergiamo nelle contraddizioni delle tre grandi culture politiche del Novecento: il liberalismo, fondamentale durante la Resistenza e sminuito nella ricostruzione del dopoguerra; il comunismo, lacerato allinterno dal dibattito fra i desideri di riformismo parlamentare e le pulsioni semirivoluzionarie, negli anni caldi delle contestazioni di piazza; larea democristiana, appesantita dal troppo potere politico, economico e sociale accumulato senza controlli, fino alla resa dei conti di Tangentopoli. E poi ancora i mutamenti delle stagioni recenti: la personalizzazione della politica propiziata dal berlusconismo e laffermarsi di nuove culture che strizzano locchio allantipolitica e al populismo. Il quadro che ne viene fuori è uninedita biografia della nazione: un paese di passioni ideologiche ed enormi contraddizioni, in cui le fortune dei leader durano il tempo di una stagione. E allora, attraversando le riflessioni di Pareto, Calamandrei, Gramsci, Sartori, prende forma il dubbio di Pasquino: la democrazia italiana ha disatteso le promesse costituzionali? Quella conquistata con tanta fatica è stata forse una Libertà inutile?

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João gregorio
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