Cè un bambino nato con le labbra chiuse, a cui manca il silenzio del suo primo giorno di vita.Entrato in un deposito degli autobus, la sua attenzione è attirata da una vettura fuori servizio: è coperta di rampicanti, muschio, foglie morte; allinterno non ha sedili né corrimano, ma scrigniscolpiti con decorazioni arabescate, lampade liberty, posate dargento, arazzi. Nellautobus viveun uomo dalla carne debordante, appassionato di scacchi e pasticcere provetto, che al bambinodecide di trasmettere tutto il suo sapere: aperture, strategie, arrocchi e attacchi doppi. Ma soprattutto gli insegna a tracciare, mossa dopo mossa, magnifici disegni sulla scacchiera. Il posto del bambino però non è di fronte allavversario: è sotto la scacchiera, da dove muove i pezzi senza vederli, solo ascoltandone il suono.Alla morte delluomo sempre più grasso, e impossibilitato a scendere dallautobus , il bambino passa sotto la scacchiera intere giornate, finché non viene invitato a unirsi a un club prestigioso quanto segreto, il Circolo di scacchi sul fondo del mare, dove smettere di diventare grandi è doloroso come piegare il proprio corpo per entrare in un automa e muovere i pezzi attraverso i suoi arti meccanici. Dora in poi lo chiameranno Little Alechin, dal nome del «poeta della scacchiera».Inno alla fanciullezza e allinnocenza, Nuotare con un elefante tenendo in braccio un gatto rivela ancora una volta limmaginazione di Yoko Ogawa, qui declinata nelle tonalità soffuse di una favola, e la sua capacità di intessere trame di sogno o, più spesso, di incubo sullordito di una realtà contemporanea altrimenti fosca, indefinita: aloni morbidi di colore, verde, blu, bianco, illuminano così le profondità subacquee delladolescenza, con il loro non detto, il loro rimosso, i loro porti sepolti di segreti. Tornare alla luce significa morire, e forse un po vivere.